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SHIAI KUMITE - DISCIPLINA - CORRETTEZZA

Saronno. "Sono sempre contento di tornare in Italia. Come nel resto d'Europa, trovo sempre un buon livello tecnico, grazie al grande lavoro di Maestri come Leonardo Mazzeo".

Toshio Tamano, 62enne caposcuola internazionale dello Shorei Kan, non si sottrae dal tracciare un bilancio della sua visita nel nostro paese e dall'anticiparci alcune importanti novità.

Tra queste la più sostanziosa concerne sicuramente lo Shiai-kumite (combattimento da gara): "L'anno prossimo -rivela Tamano- presenterò alla Federazione di Okinawa, il sistema che ho elaborato in più di 30 anni di studio: l'obiettivo è quello di portare il karate alle Olimpiadi, in un futuro non tanto lontano".

Con estrema perizia tecnica, il Maestro dei Maestri ha messo a punto un sistema di combattimento libero, assolutamente sicuro grazie ad apposite protezioni e regole speciali che tutelano l'incolumità dei karateka.

E gli allievi che hanno avuto occasione di sperimentarlo, ne sono rimasti favorevolmente impressionati: "Innanzitutto nessuno si è fatto male e poi si è rivelato anche un sistema divertente. Nelle prime due riprese da un minuto ciascuno, uno dei contendenti, alternandosi, è obbligato ad attendere l'attacco dello sfidante, rimanendo all'interno di un cerchio di un metro e mezzo.

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Questo per imparare a non sottrarsi alla distanza in un confronto serrato. Nel round conclusivo sono invece entrambi liberi di confrontarsi in un'area non circoscritta. Naturalmente oltre a colpire il bersaglio, è valutata pure la correttezza stilistica della tecnica".

Il Maestro Tamano tiene però a sottolineare un fatto molto importante: "Ad Okinawa solo dopo 10 anni di pratica nel kata si veniva ammessi al kumite: occorreva prima maturare la giusta padronanza delle forme. Avevano ragione gli antichi maestri: con i kata si assimilano i fondamenti della nostra disciplina.

L'aver voluto a tutti i costi il combattimento, su influsso del judo, ha accresciuto solo la confusione, perdendo di vista quanto è di più centrale nella formazione di un karateka".

Il progetto di Toshio Tamano ha salde radici nella storia: "Il Maestro Miyagi, fondatore del nostro stile, elaborò questa idea del combattimento nel 1930, poi non riuscì a completare l'opera morendo nel 1953.

Successivamente il Maestro Toguchi non lavorò allo shiai-kumite: oggi sto quindi cercando di completare quel sistema, riallacciandomi all'idea di Miyagi".

Su un piano più generale il nostro Caposcuola invita a riscoprire la vera natura del karate: "La gente purtroppo associa la nostra disciplina all'uso della violenza. La verità non è questa, perché il karate ha un'alta valenza educativa per i giovani: serve per elevare lo spirito, oltre che a migliorare il fisico. La formula di saluto ‘Per favore insegnami', nel nostro sistema è la base di tutto".

In palestra la disciplina deve essere ricercata non con sberle e violenza, ma con l'educazione: questo ho imparato dai miei Maestri, che mi hanno consentito di crescere con la mia personalità.

I principi della correttezza devono venire da dentro di noi. E' bello vedere gli allievi che si sforzano per riuscire a fare un esercizio, impegnandosi al massimo: questa è vera disciplina". Il Maestro Tamano prossimamente pubblicherà anche un libro sul daruma taiso: "E' un sistema che anche i medici sono arrivati ad apprezzare.

Per esempio il dottor Ettore Astori, medico sportivo di Binasco, lo consiglia ai suoi pazienti. Chi lo pratica ne rimane entusiasta: è un sistema molto efficace.

Con il daruma taiso lavorano tutte le giunture del corpo, con un coinvolgimento progressivo dai piedi sino alla testa. Poi il 90 % del daruma taiso in realtà è rappresentato da vere e proprie tecniche di karate.

E' un sistema filosofico incredibile: più sei sciolto, più tua la tecnica di karate sarà efficace".

Il Maestro Tamano si sofferma anche sul kobudo, l'antica arte marziale: "Esistono due tipi di kobudo: uno del Giappone e l'altro di Okinawa.

Nel primo sono utilizzate armi convenzionali, mentre nel secondo si ricorre agli attrezzi agricoli dei contadini e pescatori di Okinawa.

E' fondamentale aver presente che karate e kobudo sono discipline complementari: l'una usa le mani nude, l'altro si avvale di strumenti particolari".

Luca Di Falco

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