PUGNOZEN: LA MENTE VIENE PRIMA DEL PUGNO - ACCADEMIA ARTI ORIENTALI ASD

ARTICOLI DISCIPLINE ENERGETICHE

Omeopatia

Fondatore dell'omeopatia è Samuel Hahneman, nato il 10 aprile 1755 a Meissen, in Germania. Figlio di un abile ceramista, Samuel imparò presto a conoscere approfonditamente il regno vegetale grazie alle numerose ricerche di esemplari vegetalida riprodurre sulle ceramiche nelle quali accompagnò suo padre.Si dice che a 12 anni Samuel conoscesse il greco alla perfezione e che nel corso della sua vita imparòe studiò ben nove lingue.

Samuel Hahneman si laureò in medicina all'Università di Lipsia nel 1779 e nel 1871 inizia la sua professione di medico aprendo uno studio a Dessau. Nel 1782 sposò Henriette Kuckler dalla quale ebbe 12 figli.

Esercitò la medicina allopatica per 10 anni raggiungendo discreta fama e benessere economico fino a quando, deluso per gli insuccessi ai quali lo condannavala mancanza di mezzi scientifici della medicina dell'epoca, decise di chiudere lo studio per dedicarsi interamente alla ricerca. Egli non si capacitava del fatto che i malati che tentava di curare con amore non riuscissero mai a guarire completamente e che, per un motivo o per l'altroritornassero da lui con nuovi malanni o con i vecchi in forma peggiorata.

Iniziarono per Hahneman e per la sua famiglia anni di miseria e per sbarcare il lunario faceva traduzioni di testi medici.

La sua grande spinta interiore per un reale alleviamento delle sofferenze dell'uomo lo portò a trovare mentre traduceva la Materia Medica di Cullen, il primo principio di ciò che poi divenne l'omeopatia: la similitudine.

Traducendo questo testo di farmacologia, arrivato alla voce Cinchona (estratto della corteccia di china) si accorse della similitudine che esisteva trai sintomi presenti in uomini ammalati di malaria e i sintomi presentati da uomini che non erano ammalati di malaria ma che erano addetti alla lavorazione della china.

Per verificare l'intuizione della similitudine che gli era scintillata innanzi cominciò quindi a sperimentare la chinadirettamente su se stesso assumendola nella forma ditintura madre. Con sua grande meraviglia, vide che dopo alcuni giornicominciò a manifestare attacchi febbrili ripetuti. Era proprio vero: la china, somministrata all'uomo sano, produce gli stessi sintomi della malaria!

Sull'onda dell'entusiasmo negli anni successivi Hahneman sperimentò 60 rimedi con l'aiuto di amici collaboratori. Nel corso della sua vita portò a termine 130 sperimentazioni, tutte eseguite secondo principi rigorosissimi.

Nel corso della sua vita Hahneman perfezionò ed approfondì la ricerca sulla preparazione del rimedio omeopatico definendo quello che sono rimasti a noi come capisaldi della potentissima disciplina energetica chiamata Omeopatia.

Samuel Hahneman morì nel 1843, a 89 anni, dopo aver dedicato tutta la sua vita alla ricerca di un metodo ci cura delle sofferenze umane che ridesse dignità all'uomo e all'universo in cui vive.

I principi dell'omeopatia.

La dynamis

Il paragrafo numero 9 di uno dei testi fondamentali di Hahnemann, l'"Organon dell'arte di guarire", dice:

"Nello stato sano dell'uomo,
comanda illimitatamente la Forza Vitale di tipo spirituale
che vivifica come dynamis il corpo materiale
e tiene tutte le parti di esso 
in andamento di vita
mirabilmente armonico
in sentimenti e attività,
così che il nostro spirito ragionevole
che dentro vi abita si può servire liberamente
di questo strumento sano, vitale
per lo scopo superiore della nostra esistenza" .

Organon par. 9

In queste poche parole è racchiuso il nocciolo dell'omeopatia. Sono parole che vanno meditate, comprese a fondo perché la loro comprensione viaggia di pari passo con una trasformazione personale. 

Il perno dell'omeopatia è la forza vitale di tipo spirituale, messaggio spirituale altissimo, dynamis vivificatrice della materia, azione, forza creatrice armonica e quindi generatrice delle più alte facoltà dell'essere umano libero, l'amore e la compassione. Raramente però nell'uomo si verificano queste mirabili condizioni. La dynamis che opera all'interno dell'uomo è spesso scordata, la sua musica non è armoniosa, la sua lettura dello spartito non è libera ma è ostacolata da macchie che oscurano la partitura armonica originaria, cambiandola e a volte snaturandola fino a ché la musica non diviene irriconoscibile.

Hahnemann parla di una condizione in cui ci si possa "servire liberamente" del corpo materiale e spirituale per gli scopi più veri della nostra esistenza. "Servirsi liberamente" disegna una situazione in cui le tre forze, quella spirituale, la materiale e la sensoriale, sono armoniche in se stesse e fra di loro. Vivere senza impedimenti una vita in cui una spiritualità sana realizza nel mondo materiale una vita sana, per mezzo di un sano veicolo sensoriale. Questa è libertà. Vivere da esseri liberi è forse una condizione che non riusciremo a sperimentare su questa terra, in questa vita, ma è certo che è questo il significato della nostra esistenza. E quale può essere lo scopo superiore di una vita libera se non una amorosa e compassionevole condivisione delle verità conquistate con gli altri esseri umani ?

La sperimentazione

"Simila similibus curentur", ovvero "il simile cura il simile".

Nelle sue ricerche Hahneman approfondì quelle che erano stati i fondamenti dell'operare di Ippocrate e Paracelso e cioè che ci sono due metodi di cura, uno allopatico, cioè che cura utilizzando rimedi che hanno delle caratteristiche contrarie a quelle presentate dall'individuo affetto da una disarmonia, e quello omeopatico, che utilizza cioè sostanze che riproducono nell'individuo disarmonico condizioni del tutto simili a quelle che la disarmonia manifesta.

Un rimedio può essere chiamato "Omeopatico" solo nasce da un processo chiamato "sperimentazione": 5 gruppi diversi di individui sani in 5 luoghi e tempi differenti assumono una data sostanza proveniente dai tre regni vegetale, animale e minerale. La sostanza viene somministrata solo alla metà delle persone che compongono il gruppo di sperimentazione. Alla seconda metà viene somministrato un placebo. Ogni sera i capi di sperimentazione raccolgono minuziosamente tutti i sintomi manifestati dagli sperimentatori. L'insieme dei sintomi raccolti e registrati scientificamente viene poi confrontato da tutti e 5 i capi di sperimentazione e catalogati secondo alcune categorie. Dopo questo processo, nulla più viene cambiato.

Un rimedio omeopatico vive in primo luogo della spiritualità che manifesta, e cioè nella totalità dei sintomi spirituali, mentali e poi fisici che esprime. In questo modo esso può sintonizzarsi con l'energia vitale (dynamis) dell'individuo sofferente e riportarlo in una situazione di ordine. Ogni disarmonia parla un linguaggio specifico, caratteristico, proprio perché non esiste di per sé stessa ma in quanto incarnata in un essere vivente che la manifesta in modo particolare.

La comprensione profonda della disarmonia nei suoi aspetti spirituali, mentali e per ultimo fisici è la base per poter scegliere l'unico rimedio che esprime esattamente quella condizione spirituale, mentale e fisica e che quindi può interagire con l?energia vitale dell'individuo disarmonico e riportarlo in armonia.

Diluizione

La diluizione è il processo per mezzo del quale si toglie tossicità alla sostanza di partenza. Per mezzo di un rigoroso processo di preparazione secondo il quale si porta la sostanza originaria a in una forma adatta per essere diluita, si prepara la prima diluizione prendendo una goccia (o grammo) di sostanza originaria e mischiandola a 99 gocce di solvente.E così per tutte le altre diluizioni i successione. Più la sostanza è diluita e più il rimedio è potente. Inoltre i rimedi omeopatici sono da considerarsi dalla 15° diluizione in su in quanto,per legge fisica, a partire da quella diluizione non esiste più nel preparato alcuna traccia della sostanza fisica originaria e ne viene completamente liberata la forma energetica.

Dinamizzazione 

Hahneman notò che dopo aver scosso ripetutamente il recipiente nel quale preparava le diluizioni, il rimedio agiva più prontamente di quanto non facesse prima. Comprese quindi che la succussione, o dinamizzazione, dava vitalità energetica all'elemento preparato.

Francesca Alliata

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