PUGNOZEN: LA MENTE VIENE PRIMA DEL PUGNO - ACCADEMIA ARTI ORIENTALI ASD

ARTICOLI ALLIEVI

Incontro col Tai-Chi

Lo studio del movimento in ogni suo aspetto è la mia vita, sia per la professione che svolgo (sono fisioterapista in un centro di riabilitazione), sia per una mia personale ricerca attraverso la pratica dei miei hobbies (danza, teatro, musica).

L'esperienza mi ha insegnato che, non appena ti stacchi dai luoghi comuni e dalle abitudini scopri un mondo nuovo e, come spesso accade, le scelte migliori per noi stessi si rivelano sempre quelle prese un po' d' istinto, senza pensare troppo.

Soltanto in base a ciò che avevo sentito dire, immaginavo il Tai-Chi qualcosa di noioso, una sorta di sdolcinata illustrazione di immagini poetiche.

L'autunno scorso, il giorno del mio compleanno, mi trovavo a fare acquisti a Saronno e, alla cassa, il titolare del negozio mi parlò di questa arte marziale mettendomi tra le mani il volantino della scuola. Ero alla ricerca di qualcosa di nuovo e, incuriosita, visto che i giorni e gli orari mi stavano bene,decisi di provare. Il giorno seguente partecipai alla prima lezione avendone subito una sensazione positiva.

Frenando l'impulso che mi spinge a saccheggiare librerie e ad esplorare siti riguardanti un argomento interessante, ho deciso di capire questa disciplina solo seguendo le indicazioni del Maestro e ascoltando i messaggi che il mio corpo mi invia durante la pratica.

La prima cosa che mi ha colpito è stata la dimensione "sacra" che si respira in palestra, quella sacralità naturale insita nell'essere di fronte alla vita nel desiderio di migliorarsi, non quella codificata dalle società umane che spinge verso falsi riti.

La seconda cosa è stata la sensazione di essere tutti uguali "nell'essere lì tutti con lo stesso scopo".

Pur nella diversità di livelli dai principianti alle cinture nere, in una struttura ben precisa dove ognuno ha il suo posto.

Pochi movimenti precisi, capire e ripetere ci permette di fare tesoro di queste regole, ed è qualcosa di rassicurante in un mondo dove l'eccesso fa da padrone, dove il "troppo" rapisce volontà e mente.

L'assenza della fretta, il silenzio pieno di attenzione, il Maestro, la presenza dei compagni, rendono l'ora di Tai-Chi un'icona, qualcosa di prezioso e senza tempo in mezzo al mare della frenesia contemporanea.

Con sorpresa vi ho trovato movimenti che avevo studiato in tecniche di danza… è come se questi movimenti che si imparano così lentamente e a fatica costituissero, a poco a poco, un embrione, un nucleo dal quale si espandono infinite possibilità.

La difficoltà per noi che viviamo nella società dell'apparenza è comprendere che è proprio necessario partire da quelle regole precise, dall'abc dell'embrione perché esse costituiscono le ali che ci permettono di volare.

Questa disciplina che mi appariva come una tecnica illustrativa si è rivelato in realtà ben altro: una serie di movimenti di attacco e difesa in continuo sviluppo fino al prolungamento per mezzo di attrezzi quali spade, bastoni.

Ripetendo le sagge parole del Maestro "è inutile cercare complicati significati, il Tai-Chi è avvolgere e schivare, tutto qui".

In questo anno di pratica è cresciuta in me la determinazione, e ho capito che la dolcezza del cuore è forza e quiete, è una "bomba atomica" che abbiamo in deposito due dita sotto l'ombelico.

Posso affermare con certezza di essermi fatta proprio un bel regalo di compleanno !

Carla

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