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Principi di Pratica e Kiso Kumite

Saronno 25 Ottobre 2014 - Seminario di Karate Goju-Ryu

Il termine “stage” non è adeguato, è più corretto utilizzare “seminario” pensando alla posa a dimora in terra di un seme.

Con una frase analoga a questa il Maestro Mazzeo ha iniziato Il Seminario tenutosi sabato 25 ottobre presso la nuova palestra in via Maestri del Lavoro a Saronno.

L'argomento intorno al quale sarebbe stata incentrata la mattinata era il kiso kumite, ovvero la pratica, nel karate goju-ryu, di un insieme di esercizi volti ad introdurre quei comportamenti ed automatismi che potrebbero essere utilizzati in uno scontro reale.

L'intento dichiarato del Maestro Mazzeo non è stato però quello di riproporre in maniera meccanica questi “esercizi” eventualmente approfondendone alcuni aspetti.

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L'obbiettivo, perfettamente raggiunto, è stato delineare i principi guida, le fondamenta sulle quali poggiano sicuramente i kiso kumite, ma che costituiscono al tempo stesso le basi di molte altre arti marziali di alto livello.

La mia esperienza lavorativa è incentrata da svariati anni sull'insegnamento, basandomi su di essa, in modo forse presuntuoso, penso di poter asserire che grossolanamente esistono le seguenti tipologie di insegnanti:

•  coloro che enunciano i concetti, con lo stesso approfondimento di chi legge la lista della spesa;

•  coloro che spiegano i concetti, cercando di correlare l'informazione alle reali capacità dei discenti;

•  coloro che sono in grado di far comprendere gli insegnamenti, fornendo non solo le informazione specifiche, ma di inquadrare le stesse all'interno di una rete di correlazioni logiche che può essere straordinariamente complessa e che al tempo stesso risulta chiara, lampante, quasi ovvia.

Una capacità di insegnamento simile a quella delineata all'ultimo dei punti sopra riportati e frutto di una dedizione totale, spesso che dura per un'intera vita, sgombra da preconcetti o condizionamenti di sorta.

Avere la possibilità di ascoltare questi Insegnamenti, con una metafora banale, è come poter salire sulle spalle di qualcuno decisamente più alto di noi e poter osservare lo stesso mondo da un punto di vista completamente diverso. Figuriamoci se le spalle su cui poter salire sono quelle di un gigante.

A questo punto ciò che succede è che, un esercizio visto magari molte volte e che si cerca di riproporre in modo meccanico (alla ricerca magari di un automatismo) si trasforma.

Ci si ritrova dapprima davanti alla forma anatomica dello stesso per scoprire che alla sua base esiste uno schema preciso, una sorta di DNA, che correla un numero praticamente infinito di varianti di una struttura di difesa/attacco, a completa disposizione del praticante.

Ci si rende conto di come uno schema statico si possa trasformare in forma dinamica che, nella sua essenza, mi sembra poter essere correlato all'idea del fluire dell'energia.

Non esiste più il movimento fine a se stesso, le considerazioni si ampliano ad una dimensione quasi filosofica dell'arte marziale, in una visione che definire a 360 gradi risulta, di fatto, limitativa.

Diviene indispensabile considerare come il Corpo, quale mezzo per realizzare un'azione, sia indissolubilmente legato alla Respirazione (scambio di energia) ed alla Mente costantemente focalizzata sul presente.

Quindi, il passo successivo della mattina, è stato dare una sbirciatina al “come” mettere in pratica le teorie sopra riportate.

Un primo seme è stato posto a dimora, le potenzialità sono straordinarie.

La possibilità che lo stesso germogli e possa crescere dipende ora dalle cure che gli verranno dedicate.

A mio modesto parere la strada coraggiosamente imboccata dal Maestro Mazzeo è caratterizzata da una tale ampiezza di vedute da non essere nemmeno raffrontabile con il precedente corso, dal quale però deriva e del quale mantiene vivi gli insegnamenti.

Una delle innumerevoli novità è costituita proprio dai Seminari che possiamo solo sperare di vedere riproporre in futuro, e per i quali, stante la moltitudine di problemi che quotidianamente ci assillano, sono opportunità da non lasciarsi scappare.

Enrico Donzelli

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